I Corridoi Umanitari costituiscono un importante strumento attraverso il quale famiglie di profughi in fuga da guerre o da miseria e fame possano raggiungere Paesi sicuri. E’ possibile consentire l’ingresso in Italia in modo sicuro sia per chi arriva sia per chi accoglie. Il rilascio dei visti umanitari prevede infatti i necessari controlli da parte delle autorità competenti. La Rete “Acireale abbraccia la Siria”, chiamata così per continuità con “Santa Venerina abbraccia la Siria” che tre anni fa è partita con un progetto di accoglienza, si sta allargando e sta facendo formazione. Siamo in tanti a volere fortemente che possa concretizzarsi l’accoglienza di una famiglia di profughi siriani proveniente dal Libano. Azione Cattolica – MEIC – La Voce dell’Jonio – Associazione Forense Acese – Agesci – San Vincenzo – Misericordia – CRI – CSI – Mi Casa Es Tu Casa – Libera – San Camillo – CARITAS – Ass. Coriandolata.
L’accoglienza a chi scappa dalla guerra è un dovere morale: significa dare speranza a chi ha perso tutto.
Lo scorso 17 ottobre, alcuni rappresentanti della Rete sono stati ricevuti dal Vescovo Mons. Antonino Raspanti, al quale è stata comunicata l’iniziativa per cui si sta lavorando.
Il Sindaco Roberto Barbagallo nella serata del 28/10 ha incontrato una delegazione che ha illustrato il progetto. Si è reso disponibile a collaborare dando anche consigli.
A tutti gli incontri della Rete ha partecipato Marco Lovato della Comunità Giovanni XXIII di Santa Venerina. La sua presenza e la sua esperienza rappresentano un grande dono ed un supporto importante, anzi indispensabile, per questi progetti di “abbraccio”. Grazie al contributo determinante della Comunità, infatti, da tre anni è ben integrata nel Comune di Santa Venerina una famiglia siriana composta dai genitori, 4 bambini e la nonna.
Tornando ad Acireale, si è recentemente concretizzato l’aspetto del finanziamento per costituire un fondo cassa e poter affrontare le prime spese. Grazie al supporto e alla sensibilità di Salvo Pennisi, che ha messo a disposizione il Multisala Margherita, giorno 11 novembre viene proiettato Il nuovo film di Ken Loach, The Old Oak, la cui vicenda ruota intorno alla comunità di un piccolo paese del Nord-Est dell’Inghilterra, nella contea di Durham. Ma avrebbe potuto essere il Sud Italia o la Germania dell’Est, o qualsiasi periferia nazionale o cittadina in cui dalla politica centrale arrivino pochi servizi e molta propaganda. Tra i tanti pregi della parola comunità c’è quello di rimanere identica se usata al singolare e al plurale. Ed è proprio un simile passaggio di stato quello che avviene in questa comunità, che incontra e si scontra con una comunità “altra” di profughi siriani, che sin da subito si intuisce latrice di apertura e arricchimento, seppur graduali e non privi di ostacoli.
Intanto continuano gli incontri di formazione e di organizzazione della Rete. A tal proposito il 29/10 sono state presenti Virginia, Laura ed Elisa provenienti da Santa Venerina. Molto importante la loro testimonianza diretta in cui hanno presentato con semplicità e incisività l’esperienza vissuta nella preparazione e nella messa in pratica del progetto di accoglienza. Premurose ed efficaci nelle risposte alle nostre domande e perplessità e hanno dato tanta speranza per il raggiungimento dell’obiettivo, assicurando il loro supporto. Sicuramente qualcuno della Rete di Santa Venerina sarà presente alla proiezione del film e darà testimonianza concreta dell’esperienza vissuta tra difficoltà e ostacoli in apparenza insormontabili, e insieme della gioia dell’apertura nella gratuità.
A cura di Carmela Cutuli