Il presepe, così antico e così attuale, rappresenta l’umanità inquieta che, tra delusioni e speranze, è sempre alla ricerca. Ogni pastore incarna le più diverse situazioni della nostra vita e della nostra quotidianità tra egoismo e generosità. Come hanno fatto loro, mettiamoci sulla strada per andare a trovare quel Bambino che può donare pace, serenità, vera gioia e tanto, tanto amore.
Sebastiano Cavallaro
Il presepe che vorrei
Mi piacerebbe pensare che la centralità del mio presepe, oltre alle luci, le casette in miniatura, i pastori di varia fattura, gli alberi, i monti, i fiumi e le eventuali cascatelle, fosse un’altra! Come una volta, quando tutto era più semplice, forse più povero, ma soprattutto meno tecnologico; il presepe si ornava con muschio raccolto sui muri delle campagne vicine, con mandarini profumati, e la grotta si costruiva con la “sparacogna”: niente luci, nessun effetto speciale!
Un presepe che nella sua semplicità permetteva allo sguardo di posarsi su quello che era, e che ancora deve essere, il vero punto centrale: la grotta della natività con la sacra famiglia e il bambinello!
Gesù Bambino che si fa uomo, vive e rinasce con noi e per noi.
Quel bambino, che nella sua disarmante semplicità, rappresenta l’essenza del Natale.
Alfredo Rapisarda
“Gesù verrà a visitarci come Sole che sorge” (Luca 1,78)
In preparazione al Natale nella mia casa vi sono disseminati diversi presepi ai quali sono molto legata affettivamente.
Però uno in particolare accoglie i desideri e le fatiche della mia esperienza quotidiana perché il Dio Bambino mi aiuti a far diventare la mia vita risposta al suo amore.
Un presepe molto semplice: la capanna con Maria, Giuseppe, il Bambinello e alcuni pastori.
I pastori esprimono il desiderio di imparare l’essenzialità, la semplicità e la prontezza: “Andarono, senza indugio… e dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.” (Cfr Luca 2, 15-17).
Altri oggetti scelti ogni anno a seconda del momento che vivo.
Gli oggetti di quest’anno: un cuore che esprime il mio desiderio di imparare a lasciarmi amare dal Signore, ma anche di imparare ad amare Lui e i fratelli. E gli zoccoli, che rappresentano il cammino per annunziare il Vangelo, la conchiglia per imparare ad ascoltare la sua voce; la sveglia per riconsegnare a Lui il mio tempo e viverlo non come tempo sciupato ma come tempo donato ai fratelli; un piccolo lume e una ciotolina con un po’ di sale che esprime il mio desiderio di un discepolato vero -“Voi siete il sale della terra…Voi siete la luce del mondo…, una ciotolina con la terra: il mio impegno a vivere in armonia con la mia terra e con il mondo, e un piccolo cucchiaio per lasciarmi raccogliere da Lui quando mi sento smarrita, confusa o delusa.
Infine un cero, perché è la sua luce che può rendere vivo tutto ciò e può illuminare il mio cammino.
Giuseppina Messina
Pensieri sul presepe
Eccomi qui davanti alla mia piccola opera di creazione: le montagne, il fiume, le piante e il deserto. Tutto rigorosamente con materiale donato dalla nostra madre terra: cortecce di abeti, muschio di campagna, rametti fioriti e piante grasse, piccoli ciottoli di fiume, pietre pomici bianche delle Eolie e piccoli lapilli neri della nostra Etna. Ho anche costruito le opere dell’uomo: il paesino sul monte, il ponticello sul fiume, la stradina che conduce alla capanna, centro di tutti i nostri presepi. Lì tra Maria e Giuseppe Gesù Bambino aspetta tutti i pastori che animano la scena.
E tra le statuine che scelgo per popolare la scena ce ne sono alcune che mi sembrano particolarmente significative. Il pastore che dorme, che ricorda a tutti noi che “è ormai tempo di svegliarci dal sonno”; il vecchio con la lucerna in mano, perché “lampada ai miei passi è la tua parola”; il pastorello che beve alla fonte, che risponde all’invito “o voi tutti assetati venite all’acqua” e il pescatore che sulle sponde del fiumicello aspetta di essere chiamato a diventare pescatore di uomini.
Anna Maria Cutuli
Incontro al bambino
I pastori immobili
dei presepi
raggiungono infine
la grotta?
Quante persone,
quanti maestri
arrancano
lontani dal Bambino
nel presepe
della storia!
Lascia Signore
la mangiatoia
e vienici incontro:
insieme con te
faremo
cose grandi.
Santo Toscano