“Era circa mezzogiorno” con quest’esplicito riferimento temporale l’evangelista indica che in quell’esatto momento quella samaritana, che viveva abbandonata e ai margini della società, stava per intraprendere l’incontro che le avrebbe trasformato la vita. È questo il kairos: il tempo di Grazia, in cui il Signore, attraverso dei momenti ben precisi, entra nella nostra vita per sedurci con il suo amore e rialzarci dalle nostre bassezze.
La donna è affascinata da Gesù perché mostra di conoscerla profondamente e di sapere ciò che più la fa soffrire e la costringe a scappare dall’incontro con la società.
Gesù non si impone, anzi, nel discorrere con lei mostra tutta la sua delicatezza e tenerezza. Si presenta come uno che ha bisogno, le dice: «dammi da bere» e ci dimostra così la modalità con cui dobbiamo relazionarci con gli altri, non con atteggiamenti di superiorità o di presunzione, ma presentarci come bisognosi dell’altro e del suo aiuto.
Dopo aver stabilito un rapporto personale con la donna, Egli le esprime la sua intenzione profonda che è di comunicare sé Stesso e di donarle la Salvezza: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Il fine e il riferimento continuo che ogni nostro pensiero, ogni nostro proposito, ogni nostra attività deve avere è proprio di ricercare Gesù, la cosa indispensabile, l’acqua che sazia totalmente la nostra sete: «chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». Quest’acqua dobbiamo ricercare e con quest’acqua dobbiamo irrigare le nostre vite, le nostre famiglie, le occupazioni quotidiane, tutti i nostri incontri. Spesso ci abbeveriamo a surrogati che saziano per poco tempo e che ci fanno sperimentare successivamente il vuoto. La Quaresima, pertanto, ci indica di andare alla vera sorgente che appaga, e ci invita a eliminare tutto ciò che ci distrae da quest’acqua e ci impedisce di gustarla. Purtroppo le bevande che non dissetano spesso ci creano dipendenza e con fatica, seppur riconosciamo l’inadeguatezza, non riusciamo a rinunciarvi. Solo la bellezza di un autentico incontro con Cristo ci dà la forza di trasformare la nostra vita e di darle un senso, ma soprattutto, come la samaritana ci dimostra, ci fa portatori di una gioia che inequivocabilmente deve essere gridata.
Noi membri di un’associazione che ci stimola a ricercare Cristo e a condividere la nostra esistenza con Lui, non dobbiamo mai perdere l’entusiasmo della samaritana ad annunciare agli altri che la salvezza è entrata nella nostra vita e l’ha trasformata.
Don Mario Camera