Ancora un’emergenza, ancora morti, tanti, troppi e un bilancio che continua a salire. Tutte queste vite umane spezzate in un territorio tutto sommato a bassa densità di popolazione e con un terremoto di questa intensità rappresentano davvero una perdita troppo alta. E’ veramente assurdo: bisognerà meditare sulle responsabilità di tutti noi, un popolo che tende a rimandare sempre qualsiasi decisione importante, anche quelle che riguardano la nostra sicurezza, e che ha spesso privilegiato l’interesse personale e il profitto piuttosto che il bene comune.
Tornano subito alla mente le parole del Papa che abbiamo ascoltato venerdì 19 agosto durante la nostra giornata diocesana del creato mentre passeggiavamo nella pineta di Linguaglossa: “La terra non perdona mai”.
Un terremoto non si può prevedere, è vero, ma si potrebbe curare meglio il nostro territorio così fragile e si potrebbe costruire con criteri migliori e più sicuri. Questo evento, l’ennesimo, dovrebbe esserci di monito: le case sono spesso crollate perché non adeguate ad un territorio tra i più sismici di Italia.
La terra è viva e questa ne è la triste evidenza. E’ assurdo che gli esseri umani rimandino sempre a domani qualsiasi cosa, anche l’amore, il perdono, la conversione …
Siamo vicini ai nostri fratelli così duramente colpiti dal terremoto dell’Italia centrale. Per i morti la nostra preghiera e per i sopravvissuti la nostra solidarietà e il nostro conforto.
Vorremmo subito fare qualcosa ma questo è il momento dell’emergenza e spetta a chi di dovere.
L’Azione cattolica saprà nei prossimi giorni creare le reti adatte di solidarietà e aiuto, mettendosi a disposizione in maniera intelligente.
A nome dell’Azione Cattolica diocesana
Anna Maria Cutuli
con i contributi di Alberto, Andrea, Daniela, Angelo e Ninni Salerno