La famiglia dell’AC riunita in preghiera ai piedi di Maria Immacolata
Si respirava proprio aria di famiglia, mercoledì 1° dicembre nella chiesa di San Biagio di Acireale dove l’Azione Cattolica diocesana si è riunita per una veglia di preghiera.
Luogo, data e momento, non casuali in quanto la veglia, a cui hanno partecipato tutte le parrocchie in cui è presente l’associazione (e non solo), precede il momento più sentito e forte per i soci, l’8 dicembre, solennità di Maria Immacolata e Festa dell’Adesione. Momento in cui i soci esprimono il loro “Sì” convinto all’associazione e alla scelta di vivere il laicato impegnato, secondo uno stile di fede e di vita a servizio della chiesa, della società e dei fratelli.
La chiesa di San Biagio, oltre a custodire un bellissimo simulacro di Maria Immacolata, custodisce i resti mortali del Beato Gabriele Maria Allegra, studioso e missionario francescano in Cina, che tradusse la Bibbia in cinese e dedicò la sua intera vita all’evangelizzazione.
E’ stato scelto questo luogo proprio per la forte valenza simbolica in quanto l’Azione Cattolica stessa basa la sua scelta associativa sul “Sì di Maria” alla chiamata del Signore, e sulla scelta di vivere un laicato impegnato in cui l’azione missionaria nella vita diventa esperienza formativa e di incontro con il Signore, stile che ha caratterizzato proprio la vita del Beato Allegra.
La veglia è stata presieduta dal nostro Vicario Generale mons. Giovanni Mammino che durante l’omelia ci ha ricordato quanto l’elemento fondante del “Si” dell’AC sia il rapporto di intimità con il Signore attraverso la preghiera, fondamento e base di tutta l’esperienza associativa, prima di ogni evento, incontro o attività.
“Vivere nella preghiera, in una preghiera autentica, è tutta un’altra cosa. È confidare umilmente nel Signore e affidarsi a Lui lasciandosi raggiungere dal Suo amore. Ecco il modo di vivere la vita e la fede che sta e deve stare alla base del nostro percorre il cammino insieme ”
Importante anche il passaggio letto dal discorso di Papa Francesco del 30 aprile 2021 ai membri del Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica e ripreso da Mons. Mammino. In esso ritroviamo spunti preziosi sull’intento che il cammino sinodale vuole avere, ovvero l’acquisizione di quello stile sinodale della Chiesa, che ci vuole indicare la strada da percorrere insieme, come una famiglia guidata dallo Spirito.
“Una Chiesa del dialogo è una Chiesa sinodale, che si pone insieme in ascolto dello Spirito e di quella voce di Dio che ci raggiunge attraverso il grido dei poveri e della terra. In effetti, quello sinodale non è tanto un piano da programmare e da realizzare, ma anzitutto uno stile da incarnare. E dobbiamo essere precisi, quando parliamo di sinodalità, di cammino sinodale, di esperienza sinodale. Non è un parlamento, la sinodalità non è fare il parlamento. La sinodalità non è la sola discussione dei problemi, di diverse cose che ci sono nella società… È oltre. La sinodalità non è cercare una maggioranza, un accordo sopra soluzioni pastorali che dobbiamo fare. Quello che fa che la discussione, il “parlamento”, la ricerca delle cose perché diventino sinodalità è la presenza dello Spirito: la preghiera, il silenzio, il discernimento di tutto quello che noi condividiamo. Non può esistere sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito senza la preghiera.”
Stile che sta alla base dell’AC e che è stato riconosciuto anche da papa Francesco. Non con l’intento di far guardare gli altri dall’alto sentendosi “già arrivati”, ma con la responsabilità di essere strumento di prossimità, ascolto e dialogo.
“In questo senso la vostra Associazione costituisce una “palestra” di sinodalità, e questa vostra attitudine è stata e potrà continuare ad essere un’importante risorsa per la Chiesa italiana, che si sta interrogando su come maturare questo stile in tutti i suoi livelli. Dialogo, discussione, ricerche, ma con lo Spirito Santo. Il vostro contributo più prezioso potrà giungere, ancora una volta, dalla vostra laicità, che è un antidoto all’autoreferenzialità”, per citare ancora il discorso del Papa all’Azione Cattolica Italiana.
Hanno preso parte alla veglia, svolgendo il servizio liturgico, anche il seminario diocesano e i suoi superiori, i sacerdoti assistenti, la comunità del propedeutico, i frati minori del convento di San Biagio e tanti altri sacerdoti. Questa presenza è stata davvero bella e sentita. La vicinanza e l’affetto che si manifestano nel modo più autentico, la preghiera. Il pregare insieme, l’uno per l’altro. Tante di queste vocazioni sono nate proprio attraverso l’esperienza associativa nell’Acr o nel settore giovani, e riempie il cuore vedere come l’associazione diviene strumento per cui attraverso lo Spirito, si ha la gioia di vedere i fratelli che diventano padri.
Conclusa la veglia, un altro momento molto toccante è stato il dono dell’immagine dell’Immacolata dell’Azione Cattolica, che Graziano Massimino, socio e artista acese, ha realizzato per l’Associazione. L’immagine verrà custodita nei locali della sede diocesana, ma durante l’anno girerà le parrocchie della diocesi, secondo modalità che verranno comunicate dal centro diocesano.
A pochi giorni dalla festa dell’Adesione è stato bello respirare quell’aria di famiglia. Famiglia variegata poiché fatta da persone provenienti da tutta la diocesi, da comunità, realtà e città diverse, ma accomunati da uno stile di vita. Lo stile del Sì.
Buona festa dell’Adesione Azione Cattolica! Ecco il tuo SÌ!
La presidenza diocesana