Nei giorni della Quaresima abbiamo guardato a lungo alla Croce.
Guardando la Croce abbiamo visto l’amore disarmato e disarmante del nostro Dio …
Guardando la Croce abbiamo scoperto che anche Gesù di Nazareth ha tremato di fronte alla morte, ma poi si è fidato, si è affidato a suo Padre ……
Guardando alla Croce abbiamo ritrovato il volto dei tanti nuovi crocefissi che ogni giorno incontriamo sulle nostre strade.
Guardando alla Croce ci si affollano davanti al cuore tanti occhi velati di lacrime, con tanti perché che rimangono senza una risposta …
Guardando alla Croce preghiamo che ogni uomo che soffre sappia di avere un segreto in comune con Dio, sappia che Dio è con lui nel suo dolore.
Guardando alla Croce crediamo che tutto non finisce qui, che la Croce non è l’ultima parola sulla vita …
E adesso il nostro sguardo e il nostro cuore si concentrano sulla Resurrezione di Gesù. E ci diciamo che è troppo bello per essere vero. Ma è vero.
Cristo è Risorto! Il Crocefisso, quel morto, quel sepolto è tuttora vivente, ed è qui in mezzo a noi. Ha mandato in frantumi la morte, la Sua e la nostra.
Tutto sembrava finito e invece tutto stava per cominciare …
Come per le spighe che crescono da un seme che marcisce, come per l’alba che nasce sempre dopo la notte, come per le gemme che spuntano su rami che sembrano morti.
E la Pasqua assomiglia proprio a una primavera che non cede più il passo all’inverno…
Questo è la Pasqua. La Pasqua di Gesù di Nazareth. La nostra Pasqua.
È la gioiosa notizia che illumina la notte della sofferenza, del dolore, della paura, la notte della morte.
È la gioiosa notizia che esalta e fortifica i nostri giorni, le nostre speranze, i nostri amori, la nostra voglia esuberante di vita, di vita eterna.
La Pasqua è la meraviglia delle meraviglie del nostro Dio inguaribilmente innamorato di noi uomini, della nostra vita, della nostra gioia.
È l’avvenimento che sconvolge il nostro timoroso e incredulo cuore e la storia,
è l’avvenimento che supera la nostra capacità di immaginazione e le nostre più ardite e segrete speranze.
Tutto inizia e dipende da quel mattino di Pasqua, splendido dono dell’inesauribile fantasia di Dio.
Noi, da soli, saremmo rimasti al gelido silenzio del sabato santo.
L’ultima parola di Dio sulla vicenda umana non è la disperazione ma la speranza, non è la morte ma la vita.
E ora facciamo esperienza del Risorto in quel piccolo pezzo di Pane che è l’Eucarestia, un Pane di vita, di speranza, un annuncio di Resurrezione.
Un Pane che è per noi, per la nostra vita, un Pane che ci assicura la Presenza di Dio nei nostri giorni, nel nostro amare, nel nostro sperare, nel nostro soffrire.
Un Pane che dice che è già Pasqua – la vittoria è certa – anche se spesso le lacrime restano.
Vi auguro di vivere da Risorti, testimoni dei Risorto, patiti di speranza, di quell’incredibile speranza per la vita che è la Pasqua di Gesù.
Sappiamo guardare allora a lungo la Croce ma intanto sogniamo il mattino di Pasqua.
Don Vittorio Rocca