2. Guardare in faccia il mistero
Ogni giorno ci troviamo, nel mezzo della nostra quotidianità, dinanzi al mistero dell’esistenza, che è infinito, che sempre si sottrae ai limiti della nostra ragione.
Questo mistero lo chiamiamo Dio.
È il mistero per eccellenza, quanto diciamo Dio. Lui è il pensiero che non è stato ancora pensato, la rimanenza di ciò che non è stato chiarito, è la gioia oltre il piacevole, la responsabilità al di là di quello di cui si è avuto responsabilità, l’immenso oltre il presente, la speranza illimitata al di là di ciò che proprio ora è stato desiderato…
Abbiamo sempre a che fare con questo mistero che è Dio. È l’Indicibile a cui possiamo dare questo o altro nome o nessun nome.
Nel cristianesimo il Mistero si fa sarx, “carne”, cioè figura umana con un volto preciso, azioni e parole concrete, nascita e morte. San Paolo definisce Gesù Cristo eikôn, «icona/immagine del Dio invisibile» (Colossesi 1,15).
A Natale celebriamo questo mistero divenuto conoscibile, visibile in Gesù Cristo. Ora – grazie a Gesù – se vuoi vedere il volto di Dio, non hai che da guardare in faccia un uomo: è l’uomo la visibilità di Dio. Per questo l’uomo è il grande enigma dell’universo; e il volto dell’uomo è il più grande libro. Ogni uomo non si ripete mai: ognuno è un momento dell’infinito invisibile; è una persona.
A Natale guardiamo in faccia il mistero!
Don Vittorio