8. Nella stanzetta privatissima
Fra poco arriverà la notte santa!
L’eterno futuro è venuto nel nostro tempo.
Il suo splendore acceca ancora, tanto che noi crediamo che sia notte.
Ma, in ogni caso, è una notte santa, una notte che è già bene riscaldata e si rischiara, una notte bella, familiare e rassicurante per il giorno eterno che porta nel suo buio grembo.
È notte quieta, santa, anche per me, soltanto se il mio cuore veglia.
Può essere davvero facile entrare in questa quiete intima (non difficile!).
Vi è nel nostro cuore una regione dove siamo soli, dove non si trova altro che Dio.
Vi è nel nostro cuore una stanzetta privatissima e inaccessibile.
Entriamoci piano piano! Chiudiamo la porta dietro di noi!
Ascoltiamo con l’orecchio teso l’ineffabile melodia che risuona nel silenzio di questa notte.
L’anima silenziosa e solitaria canta qui al Dio del cuore il suo canto più soave ed affettuoso.
E ho fiducia che lui mi ascolta.
Infatti questo canto non lo devo inviare al di là delle stelle, chissà dove.
No, poiché è Natale, poiché la Parola s’è fatta carne, Dio è vicino, e la dolcissima parola, la parola dell’amore, trova il suo orecchio e il suo cuore nella stanza più silenziosa del cuore.
Voglio stare tranquillo, non temere la notte, voglio tacere. Altrimenti non sento nulla.
La dolce parola dell’amore vien detta solamente nel silenzio della notte, nella stanzetta privatissima, da quando, per l’arrivo pieno di grazia della Parola nella notte della notte della nostra vita, s’è fatto Natale, notte santa, notte di silenzio.
Don Vittorio