Con la chiusura a Roma dell’ultima porta santa ad opera di papa Francesco si è concluso l’Anno Santo della Misericordia.
Ma si è veramente concluso? Certamente no, piuttosto da ora in poi dobbiamo avere la consapevolezza che il cuore di Cristo, il cui nome è Misericordia, è sempre aperto, abbraccia il mondo intero e fa entrare nel suo amore ogni uomo che ha bisogno di perdono, consolazione e vita nuova. Ascoltiamo le parola del profeta Isaia: “Lo Spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore” (Isaia, 61, 1-2). Questo è proprio il brano che Gesù legge nella sinagoga di Nazaret nel capitolo quarto del vangelo di Luca (Lc 4, 16-18) e da questo dobbiamo capire che la Misericordia è Gesù stesso. Credo che l’intenzione di papa Francesco fosse proprio quella di farci capire che la Misericordia del Signore non è solo per un tempo breve e limitato, scaduto il quale non c’è più possibilità di perdono e di amore, ma è per sempre. Ma poiché siamo fatti ad immagine di Cristo, abbiamo il dovere di comportarci nello stesso modo: apriamo il cuore all’accoglienza dei nostri fratelli e impariamo a vivere perdonandoci a vicenda.
Ci sono state Porte Sante dovunque e nei luoghi più diversi e significativi, e ognuno di noi ne ha sicuramente attraversato più d’una nel corso dell’anno. Sappiamo che abbiamo preso un impegno: il Signore Gesù ci darà la grazia e la costanza per esercitarci ogni giorno nel chiedere misericordia e nel donarla gratuitamente.
Nella nostra cattedrale l’altare della navata sinistra proprio in fondo alla chiesa è sormontato da una tela di Giacinto Platania che ha come soggetto l’incredulità di Tommaso. Gesù risorto circonda col braccio destro Tommaso che, da uomo dubbioso e incerto che assomiglia tanto a ognuno di noi, tende la mano verso il costato aperto. Sappiamo con certezza che l’abbraccio di Gesù è per ognuno di noi sempre. Non dobbiamo temere nulla: cadute, scivoloni, incertezze, dubbi. Gesù ci tiene stretti a lui e non vuole che ci allontaniamo.
Cominciamo dunque insieme il cammino della Misericordia per entrare nel cuore del Padre.
Annamaria Cutuli