Con oggi sono trascorsi cinque anni dalla morte di Giulio Regeni, nostro connazionale che il 25 gennaio 2016 veniva rapito, torturato e ucciso in Egitto, in circostanze non ancora chiarite.
Un giovane che si trovava in Egitto per il suo lavoro di ricerca, barbaramente percosso e strappato improvvisamente alla vita e all’amore dei suoi cari.
Sui fatti oggi indaga la Procura della Repubblica di Roma senza però alcuna collaborazione delle autorità egiziane.
I rapporti tra il nostro Paese e l’Egitto, Paese sotto il comando del generale Al-Sisi, sono intensi sotto il profilo economico, anche per quanto riguarda la fornitura di importanti armamenti. Questo però non può e non deve impedire che si faccia chiarezza su questo episodio, e non può far tacere il nostro Paese e l’Europa sul mancato rispetto dei fondamentali diritti umani e sulla mancanza di collaborazione da parte delle autorità egiziane.
Così come sta avvenendo sempre in Egitto per Patrick Zaky. O, ancora, in Turchia dove vengono arrestati attivisti politici e avvocati. O in Russia, dove sembra difficile poter esercitare liberamente e con indipendenza il diritto alla libertà di stampa e di pensiero.
Tanti, troppi sono ancora i diritti calpestati, le libertà represse, le risposte non date.
In questi giorni la presidenza diocesana di AC ha aderito convintamente al neonato comitato Verità e Giustizia per Giulio Regeni.
Nella serata del 25 gennaio, alla presenza di altre associazioni e movimenti e del Presidente del Consiglio Comunale, il comitato ha consegnato al Sindaco di Acireale ing. Stefano Alì un drappo giallo con una scritta eloquente che chiede verità e giustizia per Giulio. Questa bandiera ora sventola sulla loggia del Palazzo di Città. È ora il grido di tutta la città.
In questi giorni, speriamo di contribuire con il nostro gesto a sostenere la famiglia Regeni, in un filo che lega Acireale a Fiumicello. E speriamo di riuscire a sensibilizzare sempre più l’opinione pubblica e le istituzioni.
Lo facciamo per Giulio, per la sua famiglia, per i suoi amici.
Lo facciamo per noi, perché Giulio è uno di noi, un ragazzo semplice e curioso, amante della vita. Lo facciamo perché la verità e la giustizia riguardano tutti e sono valori troppo importanti per cui vale sempre la pena lottare.
La presidenza diocesana