Cantare
Il libro della preghiera della Bibbia, i Salmi, si apre con l’appello a camminare nella via del Signore: «Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori» (Sal 1,1) e si chiude con l’invito: «Lodate il Signore con cembali sonori, con cembali squillanti; ogni vivente dia lode al Signore» (Sal 150,5).
Tutto il Salterio (il libro dei Salmi) è percorso da questo fremito della voce, del cuore, degli strumenti…fino a coinvolgere la natura, con il canto gioioso degli uccelli, la rugiada che fa brillare i colori delle foglie, il sole che al suo sorgere fa festa.
Quando l’uomo si avvede dello sguardo di Dio il suo cuore muove la mente e la voce a modulare in canto la pienezza che sperimenta.
Il canto esprime in modo profondo e completo i sentimenti del cuore altrimenti inesprimibili. Cantare per il credente è professare la propria fiducia in Colui che «ha mutato il suo lamento in danza, la sua veste di sacco in abito di gioia» (Sal 30,12).
Cantare è la missione del cristiano nel mondo, attraversato dal pessimismo e dall’autosufficienza. Chi canta ha bisogno dell’altro che lo ascolti, anche quando lo fa nel silenzio del suo cuore. Chi canta dice in modo melodioso che la vita, propria e altrui, è un mistero che nessuna parola basta a contenere e che per questo è necessario far vibrare la bellezza dell’arte che apre alla possibilità di scorgere l’Invisibile e sostarvi in contemplazione.
«Canta e cammina», così il Vescovo S. Agostino esortava i suoi fedeli per indicare allora come oggi la necessità di proclamare la bellezza del Dio vivente con l’armonia della voce e della vita.
Don Sebastiano Raciti