Vi ricordate della nostra assemblea diocesana celebrata a Linguaglossa lo scorso 29 novembre 2015? Quanto tempo è passato da allora!
Poiché avevamo dato una sottolineatura di spiritualità, identificata nel linguaggio comune come “deserto”, regalammo a tutti un piccolo cactus. In quell’occasione il nostro ospite don Emilio Centomo, assistente nazionale del Settore Adulti e del Mlac ci propose la sua meditazione basandosi sulle tre parole chiave che avevamo messo nella locandina dell’evento: Ascolto, Accoglienza, Misericordia e per ognuna di esse ci suggerì una icona biblica.
Ascolto: Gesù Risorto, lungo la via verso Emmaus dedica il suo tempo all’ascolto dei due discepoli scoraggiati e tristi. Sta loro vicino e accende nel loro cuore un seme di luce che illumina, riscalda e riempie di gioia.
Accoglienza: il Padre misericordioso aspetta a lungo e accoglie chiunque torni a lui per riannodare i fili di un rapporto tra persone libere che donano e ricevono amore.
La terza parola era Misericordia e l’icona biblica era quella di Giuseppe e i suoi fratelli. Egli, tradito, abbandonato e venduto come schiavo, quando li ritrova si commuove per loro e li perdona. Il tempo della lontananza è annullato e ricomincia l’interrotta gioia della fratellanza.
Questo in breve il succo della giornata, ma torniamo al cactus. Io il mio l’ho rinvasato e l’ho messo su un davanzale, dimenticandolo per un po’. Non mi piaceva neanche tanto e gli ho dato un po’ d’acqua ogni tanto giusto per senso del dovere. Ma adesso c’è una bellissima novità: stanno per aprirsi quattro boccioli!
Allora grazie, piccolo cactus, che mi hai dato modo di ripensare al tempo trascorso e apparentemente sprecato. Tu nel silenzio e nell’abbandono hai saputo crescere nell’interiorità rinsaldando le tue radici, e hai aspettate il momento opportuno per far riaffiorare con semplicità e naturalezza quello che avevi conservato dentro di te per restituirlo con i tuoi piccoli fiori colorati.
Questo di bello hanno i cactus: ci sorprendono con le loro fioriture inaspettate, ci ricordano di non essere impazienti ma di saper attendere con fiducia e ci insegnano a dare il giusto valore al tempo, come papa Francesco ci dice nella Evangelii Gaudium ai nn. 222 e 223: il tempo è superiore allo spazio.
Anna Maria Cutuli