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Passione Cattolica

Prendo in prestito il titolo di questo ricordo dedicato a Padre Giuseppe Russo nel giorno della sua morte nelle fede del Cristo risorto dalle parole di augurio che il Santo Padre Francesco ha rivolto nella scorsa primavera al Forum internazionale dell’Azione Cattolica. E questo per due motivi: il suo ministero sacerdotale infatti si è intrecciato per lungo tempo con il servizio a questa associazione, alle sue varie articolazioni fino alla responsabilità di assistente diocesano unitario; e ancora perché passione è parola-chiave per qualificare il suo ministero ed è il filo rosso che collega i tanti servizi ecclesiali che egli è stato chiamato a svolgere.

Tante immagini scorrono davanti ai miei occhi a cominciare da quella del lontano 11 agosto 1963 quando fu consacrato sacerdote nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia in Acicatena: la mia prima impressione di ragazzino fu quella di un sacerdote riservato come carattere, ma ricco di una umanità che si manifestava in forme  composte e non superficialmente debordanti o comunque di maniera: la frequentazione successiva mi ha confermato nella convinzione di avere a che fare con un sacerdote   convinto e appassionato.  Il servizio in Azione cattolica ci ha permesso di stabilire tra noi un sodalizio lungo, intenso e fecondo che la sua morte nel giorno della festa di santa Lucia interrompe, almeno nella sua dimensione terrena.

Non è questo il momento di celebrazioni retoriche o di superficiali panegirici, padre Russo non li amava, preferiva il linguaggio della verità. Egli è stato un sacerdote innamorato della Chiesa e del suo sacerdozio e questo amore ha testimoniato senza alcun tentennamento: non è vissuto di rendita, non ha mai puntato al minimo, non si è mai tirato indietro, non ha conosciuto il tarlo della pigrizia, né quella culturale né quella spirituale; il suo servizio è stato sempre generoso e disinteressato.

Egli è stato un maestro dell’ascolto, di un’arte che oggi non è molto praticata, quella dell’ascolto paziente e intelligente: tutti gli riconosciamo la capacità di ascoltare senza fretta e senza impazienza, senza invadenza e senza volontà di “dominio”, anche di quello spiritualmente configurato. Il sacramento della confessione da lui amministrato ha rappresentato per tanti della sua comunità parrocchiale e di altre comunità un punto di riferimento e una sosta ad una sorgente di acqua viva: mi faccio voce di molti nel ringraziarlo per le tante volte che ha alzato la mano per trasmettere il perdono del Signore.

Egli è stato un evangelizzatore appassionato con un’ansia pastorale che rimandava alla sana inquietudine agostiniana e che non è indice di insicurezza o di precarietà, ma di autentico zelo per il popolo di Dio affidato alle sue cure. Negli ultimi anni mi ha parlato spesso quasi con commozione, con gli occhi umidi, del suo desiderio di raggiungere tutti, di non lasciare nulla di intentato, di allargare il suo sguardo e il suo cuore alle dimensioni della logica evangelica.  La sua ricerca anche di nuove strategie pastorali non va vista come una generica esperienza di nuovismo, ma come volontà di parlare adeguatamente ed efficacemente di Cristo, non dei suoi surrogati, agli uomini di questo veloce nuovo millennio. All’amore per la Chiesa egli ha unito una sollecitudine per la storia del tempo in cui è vissuto, che egli ha amato secondo la logica dell’incarnazione e al quale si è accostato anche con gli strumenti della comunicazione di massa: non va dimenticato che egli è stato un pioniere nel campo dell’informatica e delle tecniche di comunicazione.

Egli è stato anche un educatore sensibile e una guida sicura: voglio esprimere a padre Russo il grazie dei laici della nostra diocesi, del laicato organizzato, soprattutto quello dell’Azione Cattolica: un ministero questo che lo ha visto vicino ai ragazzi, ai giovani, agli adulti ai quali ha trasmesso il suo amore per la Chiesa e per il mondo. Tutti hanno apprezzato e ancora apprezzano il suo spessore umano, la sua fine sensibilità spirituale, la sua capacità di accogliere e di mettere l’interlocutore a proprio agio.

Mi piace chiudere con un richiamo biblico che esprime augurio e certezza: “Coloro che si addormentano nella morte con la fede dei padri avranno una magnifica ricompensa” (Cfr. 2 Mac 12,45).

Santo Toscano

Pubblicato il 14 Dicembre 2017