Oggi, 26 gennaio 2019, si compie un mese dal terremoto che la notte di santo Stefano ha stravolto la vita di tanti abitanti del nostro territorio etneo. E mentre continuiamo a ringraziare il Signore per il dono della vita, scopriamo ogni giorno nuovi lividi e nuove ferite che non sarà facile sanare: case abbandonate in fretta; chiese chiuse che non possono accogliere più i fedeli per chissà quanto tempo, togliendo anche il conforto della preghiera comune. E colpisce il silenzio di tante campane, imprigionate e mute dentro i campanili. Adesso che i riflettori si stanno spegnendo, vogliamo tenere accese le luci di relazioni vere e significative con i nostri amici. È ancora tempo di ascoltare i racconti, di accogliere lo smarrimento e sostenere la voglia di ricostruzione, pensando insieme anche piccoli progetti concreti per ridare il sorriso a chi è scoraggiato.
Ma altre sofferenze vogliamo ricordare, in questa vigilia della Giornata della Memoria: uomini, donne e bambini sterminati nei campi di concentramento solo perché ritenuti inferiori da altri uomini accecati da ideologie aberranti.
Oggi purtroppo si stanno diffondendo atteggiamenti di egoismo e di totale chiusura all’accoglienza dell’altro: mentre scrivo queste righe, ci sono migranti in mezzo al mare in tempesta ai quali stiamo chiudendo le nostre porte e altri invece che all’improvviso sono stati strappati a una quasi normalità finalmente raggiunta, mentre stavano provando a ricostruire vite e progetti di integrazione. Decisioni che riconosciamo sbagliate ma alle quali non riusciamo a opporci.
La festa di san Sebastiano che abbiamo da poco celebrato presenta l’esempio del giovane martire che ha saputo scegliere con coraggio e coerenza la via di una testimonianza abbracciata e perseguita con fermezza. Allora sia questa la preghiera che vogliamo rivolgere a Dio: nessuna sofferenza umana sia lasciata cadere nell’indifferenza e nell’egoismo. Il Signore che ci ha resi suoi figli e fratelli tra noi ci aiuti ad aprire le braccia per accogliere, consolare, sostenere chiunque abbia bisogno di noi.
Anna Maria Cutuli