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Raduno al luogo di partenza

 IL DESERTO

   La tappa prevede che ci raduniamo insieme nel luogo stabilito per la partenza. Dobbiamo cercare dentro di noi le motivazioni profonde che ci spingono a partire insieme e capire bene quale meta vogliamo raggiungere. Dobbiamo comportarci secondo l’invito contenuto nel salmo 83,6: “Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio”. Rientriamo allora in noi stessi, e quale luogo è il più adatto a questo scopo se non il deserto?

Il deserto è per definizione luogo arido e senza vita, ma come fiorisce dopo una pioggia improvvisa! I semi sono già in mezzo alla sabbia, pronti a germogliare al primo segnale. “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca.” (Isaia 35, 1-2). Vogliamo essere noi quel deserto che fiorisce, dissetato dall’acqua della grazia con la quale il nostro Dio ci disseta. Vogliamo essere testimoni dello splendore del Carmelo e di Saron, e raccontarlo anche agli altri perché provino il nostro stesso stupore.

Il deserto è luogo difficile, misterioso e irto di pericoli, ma sempre pronto al cambiamento e disponibile a lasciarsi trasformare: le sue dune si lasciano rinnovare e rimodellare al primo soffio di vento. Anche noi dobbiamo essere disponibili a lasciarci cambiare dal soffio dello Spirito, per adeguarci al progetto che Dio ha per ognuno di noi.

Il deserto è il luogo delle tentazioni: è lì, in mezzo a un cammino difficile, che il viaggiatore mette alla prova le sue capacità e la sua resistenza: ci vuol niente a scoraggiarsi, a lasciarsi andare allo sconforto e a cedere alle forze contrarie. Ma abbiamo l’esempio di Gesù: ci basta guardare a Lui e saremo capaci di sconfiggere ogni avversità e mantenerci saldi nel cammino intrapreso.

Il deserto, come anche l’oceano, è il luogo sconfinato dove l’uomo può facilmente misurare la sua piccolezza. Tramonti infocati, lune più grandi, stelle più luminose. Ricordiamo il salmo 8: “O Signore nostro dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!” Riconosciamoci creature, piccoli e bisognosi della benevolenza di Dio e della sollecitudine amorosa che egli ha sempre nei nostri confronti.

Il deserto è il luogo dove l’uomo cerca l’altro uomo per essere meno solo. Pensiamo alle carovane, gruppi di uomini che affrontano insieme un cammino che da soli troverebbero più arduo. Ci si aiuta, ci si sostiene a vicenda ed è più facile raggiungere la meta. E’ anche il luogo dove ci sono le oasi, punti di ristoro dove fermarsi a riposare, riprendere coraggio e fare provvista di speranza per le tappe future. Allora stiamo sempre vicini ai nostri compagni di viaggio, pronti a dare una mano per superare gli ostacoli e per sostenerci a vicenda.

Il deserto è il luogo dove si incontra Dio, il luogo dove egli ci conduce per incontrarci. Raccogliamoci in ascolto all’interno di noi stessi. E’ lì, nella tranquillità e negli spazi allargati, che è più facile entrare nell’intimità profonda di noi stessi per cercare il germe di Dio già piantato in noi. Lì è il luogo privilegiato dove il nostro Dio innamorato ci conduce per parlare al nostro cuore. Accogliamo il suo invito e mettiamoci alla sua sequela.

 

IL BAGAGLIO ESSENZIALE

   Cosa metteremo nel nostro bagaglio? Nella nostra bisaccia da pellegrini? Non dobbiamo appesantirci, scegliamo solo le cose essenziali. Per compiere il cammino di Santiago ad esempio basta soltanto un bastone per sostenere i passi vacillanti, un mantello per ripararsi dal freddo e una conchiglia per raccogliere l’acqua da bere. Il resto è affidato alla carità di chi si incontra.

Ma qualche altra cosa indispensabile dobbiamo metterla sicuramente. Per prima cosa il Vangelo, perché si possa attingere a piene mani alla Parola di Dio, sorgente di salvezza.

Potremmo anche mettere un giornale, per ricordarci di essere inseriti in un mondo e in una società difficili e complessi che tutti dobbiamo amare e fecondare. E i nostri testi fondamentali dell’Azione cattolica: Statuto, Progetto formativo, il testo personale e i testi di gruppo.

La luce della fede, che non muore mai: splenda sempre luminosa nei momenti di dubbio e di sconforto. Possano i suoi raggi guidarci sicuri in tutti i luoghi oscuri ove le altre luci si spegnessero.

Portiamo anche qualche seme di fiori, per non perdere mai la speranza nel futuro. Essi non ci aiutano a percorrere con costanza la giusta via, né ci possono difendere contro le insidie; ma se li conserviamo, anche se tutto intorno a noi fosse spoglio e abbandonato, quando li avremo sparsi in terra pochi giardini fioriranno come il nostro. Il seme nella terra muore, è vero, ma in lui c’è la più potente promessa di vita che si possa mai immaginare. Seminiamo allora, con fiducia: faremo fiorire il deserto.

E portiamo con noi il pane del cammino, cioè l’Eucaristia. Il cibo più nutriente di qualsiasi cibo fatto dagli uomini. Il cibo che basta a sostentare un viandante per un’intera giornata di faticoso cammino. Nutriamoci abbondantemente e non avremo più fame.

Siamo pronti. Allora buon viaggio.

Pubblicato il 5 Novembre 2015