“O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti prego che tu mi faccia: la prima, che in vita mia io senta nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nella ora della tua acerbissima passione, la seconda si è ch’io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quel’ eccessivo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori”
Questa preghiera che il Beato Francesco D’Assisi rivolge a Cristo al termine della quaresima di San Michele, nella prossimità della festa dell’Esaltazione della Croce e subito prima di ricevere le stimmate, ci aiuta a comprendere meglio il mistero della Passione di Cristo.
Due cose chiese Francesco, una ne concesse Dio: il dono delle stimmate, ma con essa le esaudì entrambe.
In Gesù Passione e Amore di Dio per l’umanità sono indivisibili. È un mistero di dolore e al contempo d’amore
Gesù da la vita morendo, egli ci ama fino a dare la vita.
Oggi la liturgia ci invita a guardare la croce, il crocifisso, ma ci invita soprattutto a vedere l’amore di Dio per noi, fino a dare la vita per ognuno di noi.
Ci invita a guardare le ferite di Cristo, e a vedere in esse le feritoie dove passa la luce della misericordia.
Ci invita a riconoscerlo come nostro re, ad acclamarlo Signore (osanna al Figlio di Davide), ma dobbiamo riconoscerlo tale non solo con le parole, ma con il nostro agire, mettendolo al centro della nostra vita sempre e non solo una volta all’anno per il precetto pasquale.
La memoria della passione di Cristo, non può ridursi alla semplice benedizione delle palme, se così fosse sarebbe solo una superstizione.
Anche noi allora seguiamo il consiglio di San Paolo nella seconda lettura, in questa settimana in adorazione silenziosa pieghiamo le ginocchia della nostra anima, e deponiamo ai piedi della croce il nostro peccato, i nostri egoismi per ricevere in cambio il perdono e poter essere anche noi amore che si dona.
Prepariamoci a vivere questa settimana con un cuore rinnovato, affinché come la folla che segui Gesù non ci lasciamo travolgere dagli eventi (regali, preparativi, ecc.)
Accostiamoci in questa settimana alla sorgente dell’amore, il costato di Cristo, con la preghiera personale e il sacramento della riconciliazione; per morire al peccato e rinascere a vita nuova, affinché anche noi, come il centurione possiamo dire con la nostra vita: “veramente costui era il figlio di Dio”.
Don Salvatore Grasso