Siamo già arrivati alla seconda parte dell’estate: in questo tempo dedicato al riposo dalle attività invernali abbiamo sicuramente potuto rientrare in noi stessi per ricaricarci con un po’ di meditazione e preghiera.
Ecco quello che ho pensato io, con tutte le sensazioni suscitate in me dalle vacanze trascorse al mare, ma ognuno potrà adattarla allo scenario che preferisce.
PREGHIERA DEI CINQUE SENSI
Vista. Grazie per i mille colori del mare, così pieno di sfumature dall’alba al tramonto e per le luci notturne: la luna, le lampare, le case illuminate, che creano sull’acqua riflessi arcobaleno. Grazie per l’orizzonte limpido e azzurro nei giorni di sereno e per il profilo della costa lontana indistinto e nebbioso nei giorni di foschia. Grazie per la spuma bianca delle onde e per il fondo del mare limpido e trasparente. Signore, insegnami a guardare.
Udito. Grazie per il rumore delle onde contro gli scogli e per il mormorio della risacca; grazie per i gabbiani, per il frinire delle cicale e per le risate dei bambini. Grazie per le campane della sera, per la musica e le chiacchiere degli amici fino a notte sulle terrazze. Grazie per il rombo degli aerei e per il silenzio della notte. Signore, insegnami ad ascoltare.
Odorato. Grazie per l’intenso profumo dei fiori notturni, per la fragranza di giovani e ragazze che passeggiano la sera sul lungomare; per l’odore invitante del cibo che si spande nell’aria dal mattino fino a sera dalle case e da locali e pizzerie. Signore, insegnami a respirare a fondo.
Gusto. Grazie per il sapore del pane fresco e per i saporiti cibi estivi condivisi con la famiglia riunita e con gli amici; grazie per l’acqua salata del mare e per quella dolce che disseta; grazie per le granite e per i gelati. Signore insegnami ad assaporare.
Tatto. Grazie per il sole che mi scalda, per l’acqua che mi rinfresca, per gli scogli che mi bruciano. Grazie per le calorose strette di mano degli amici ritrovati, per le carezze, i baci, gli abbracci. Grazie per i padri che si godono i figli prima di ripartire per un inverno di lavoro lontani da casa.
Signore, grazie per la vita!
Anna Maria Cutuli