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Sulle elezioni americane

L’America ha eletto il suo nuovo presidente. Non tocca a noi giudicare le scelte di un popolo che ha una grande tradizione democratica, ma penso che sia giusto fare qualche considerazione.

Ho sentito, come tutti, alcuni commenti  a caldo: “ l’America finalmente tornerà a essere grande” ma penso di non essere la sola a pensare che noi, osservatori esterni, non ci eravamo per niente accorti che fosse diventata “piccola” .

Un’altra cosa che mi ha molto colpito è la crescente divisione tra categorie e gruppi contrapposti: i neri, gli ispanici, gli immigrati …  L’America è stata sempre per il mondo intero il vero crogiolo di razze che si mescolano per dare origine a un solo popolo, quello che si chiama “melting pot” e che dovrebbe essere il sogno di tutta l’umanità. Perché allora cavalcare l’argomento della separazione, dei muri, delle contrapposizioni ad ogni costo? Ho sentito anche invocare la galera per i crimini compiuti dall’avversaria politica sconfitta, ma questo rischia di fomentare rabbia, che può trasformarsi in odio, e non è un caso che già oggi, il giorno dopo l’elezione, ci siano cortei, manifestazioni e arresti in molte città americane.

Mi sembra che con questa elezione si sottolinei anche in America ciò che sta già avvenendo in altri paesi: una maggiore chiusura nei confronti dell’altro, del diverso, di chi vuole integrarsi; una grande paura di dover “cedere” ad altri diritti e favori che devono essere proprietà esclusiva degli aventi diritto; un forte rifiuto di condividere con altri successo e ricchezza, mete illusoriamente più a portata di mano adesso che è un miliardario ad avere la responsabilità di governare uno dei paesi più grandi del mondo.

Anna Maria Cutuli

Pubblicato il 11 Novembre 2016