Ieri sera, guardando distrattamente in tv il primo piano di un calciatore durante una pausa della partita in corso, gli ho visto in faccia un vistoso segno rosso. Ho chiesto, subito impietosita: poverino, ma si è fatto male? I miei figli mi hanno risposto che era in solidarietà con le donne vittime di violenza di cui si celebra la giornata commemorativa.
Ho pensato che era un bel gesto, ma anche che è molto facile segnarsi la faccia col rossetto un giorno all’anno e vivere nell’indifferenza per il dolore delle donne durante tutti gli altri giorni. Le donne sono brave a nascondere i segni lasciati sul corpo e nell’anima, ed è difficile individuare i gesti che fanno soffrire di più. Ci sono così tanti modi di ferire una donna! La violenza non si ferma: anche oggi che tutti parliamo e commemoriamo i giornali riportano la notizia della morte di Ana, uccisa nel trapanese col bambino che portava in grembo , ed è solo l’ultima di una serie che sta diventando insopportabilmente lunga.
Ma per ferire una donna non c’è bisogno di arrivare al gesto estremo, molto spesso basta ignorarla, non accorgersi di lei, non capire i suoi desideri, meravigliarsi che abbia un’idea diversa. Basta un semplice “statti soda” per annullare pensieri e parole.
Ma a questo bisogna reagire insieme, uomini e donne, per imparare, rispettandosi di più e ascoltandosi reciprocamente, qual è la via dell’amore che ci faccia crescere insieme per realizzare le attese di vita e di felicità che ci accomuna tutti, uomini e donne liberi di donarsi e non di possedersi.
A tutte le donne dedichiamo questi fiori rossi, colorati solo dall’amore.
Anna Maria Cutuli