Sento il dovere di ricordare con affetto e stima Natalina Fichera, di cui oggi sentiamo con dolore la mancanza: vorrei ricordarla come giovane generosa e animata di sana inquietudine, come donna innamorata della vita , della chiesa e del mondo, come docente che mostrava di possedere una solida institutio e che si era formata alla scuola di illustri docenti dell’ateneo catanese. Natalina era una di quelle persone che sanno coniugare insieme intelligenza e umiltà intellettuale.
Il nostro incontro è avvenuto all’interno del Settore Giovani dell’Azione cattolica diocesana ed è continuato in associazione fino agli anni in cui ha servito l’AC come consigliere diocesano e come segretaria diocesana nella prima metà degli anni novanta. Non vorrei cadere nell’amarcord né nella retorica delle orazioni funebri, ma posso dire senza difficoltà che la sua attività in ogni dimensione della sua vita e in ogni ambito del suo impegno è stata ispirata alla logica del servizio generoso e soprattutto disinteressato. Allora non c’era face book né whatsapp, ma quasi ogni sera Natalina mi telefonava per discutere insieme dei progetti e dei problemi dell’Associazione: la sua voce squillante, quella che per un certo periodo aveva perso, chiedeva e sollecitava sempre un supplemento di impegno nel fare crescere l’Azione Cattolica al servizio della Chiesa e della società. Come rappresentante di AC lavorò alla nascita della Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali alla quale diede un notevole contributo.
Lo scorso Natale l’ho sentita mentre era circondata dall’affetto di parenti e amici per i tanti motivi degli auguri, dopo la brutta esperienza all’Ospedale Cannizzaro di Catania. Ma una telefonata molto lunga tempo prima mi aveva informato della odissea presso medici e ospedali: mi ero preoccupato per la sua voce, ma lei mi insisteva sul fatto che stava bene e poteva continuare a parlare. È stata forte anche nella malattia e nella capacità di affrontarla con dignità.
Santo Toscano