Quante volte nel corso degli anni abbiamo sentito pronunciare questa frase! Un luogo comune trito e ritrito, ma a giudicare dalle continue notizie di cronaca sempre più falso ed ipocrita. Anche odioso, perché a prescindere dal mezzo usato, è proprio l’azione del “picchiare la donna” che dovrebbe essere cancellata dal vocabolario e dalle azioni pensate e portate a compimento.
Le donne si picchiano, eccome! E si maltrattano, fisicamente e psicologicamente, si sfregiano, si uccidono. L’elenco è lungo: Sara, Lucia, Jessica, Noemi, e tante, tante altre senza nome, dimenticate e sconosciute.
Si moltiplicano oggi, giornata dedicata al ricordo di tante donne vittime di violenza, le manifestazioni e le iniziative che facciano riflettere su questo fenomeno allarmante e gravissimo. E per un giorno saranno alla ribalta cerimonie e simboli: magari leggeremo elenchi di nomi e indosseremo qualcosa di rosso: sono le scarpe rosse il simbolo scelto per ricordare questa giornata. Ma poi? Cosa cambierà? E’ nostro compito primario non solo fare memoria, ma anche porci alcune domande e prendere impegni concreti.
Perché è così difficile amare? Perché non riusciamo a farci dono, ma vogliamo possedere? Riflettiamo sulle nostre responsabilità anche educative: è compito nostro testimoniare l’Amore vero, l’Amore che si fa dono e non possesso; aiutiamo uomini e donne a riscoprire la gioia di costruire insieme relazione buone, vere, profonde, basate sul reciproco rispetto; impariamo a mettere al primo posto il bene dell’altro e non il nostro egoismo; siamo testimoni presso le nuove generazioni di rapporti d’amore costruiti giorno per giorno, cercati, voluti e portati avanti con costanza, con libertà, con generosità. Preghiamo infine per le tante donne uccise, ma anche per i loro carnefici. Il Signore conceda a quelle il riposo eterno e a questi il pentimento e il perdono.
Intercedano per noi due ragazze, due giovani beate dell’Azione Cattolica, Antonia e Pierina, uccise in anni solo un po’ meno recenti da giovani uomini che avevano una sbagliata idea dell’amore.
Anna Maria Cutuli